Il quartiere EUR: un cuore nuovo per la Roma del 900

Spesso le modifiche della città di Roma sono legate ai cambiamenti negli assetti politici che hanno contraddistinto la nostra Capitale.

E’ il caso anche del quartiere EUR la cui nascita e struttura sono fortemente legate alla storia del partito fascista e della sua idea di capitale moderna per la città di Roma.

EUR è in realtà un acronimo che significa: Esposizione Universale di Roma. Questa manifestazione, che in realtà non ebbe mai luogo a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si sarebbe dovuta tenere negli anni 1941-1942 allo scopo di celebrare il ventennale della Marcia su Roma che aveva sancito l’ascesa al potere del partito fascista.

Il progetto di creazione del quartiere EUR fu voluto direttamente da Benito Mussolini e i progetti per la sua realizzazione cominciarono ad essere elaborati nel 1935 e successivamente venne identificata nella figura dell’architetto Marcello Piacentini quella più indicata per sviluppare le idee monumentali e auto-celebrative che contraddistinguevano il cuore del progetto.

Nella visione Mussoliniana, il quartiere EUR doveva costituire una prima espansione della capitale verso sud ovest e verso il mare. Doveva costituire un nuovo cuore della moderna capitale dell’Impero Italiano e come tale era caratterizzato da edifici monumentali e rappresentativi della nuova “civiltà”.

Il modello rivisitato è quello della Roma imperiale, l’assetto urbanistico si sviluppa quindi su un sistema ad assi ortogonali (sul modello del sistema cardo-decumano) e con la presenza di edifici di importanti dimensioni con un linguaggio architettonico che trova i suoi riferimenti nella neo-nata architettura razionalista.

Ecco allora che il cuore moderno dell’EUR si popola di edifici di un immacolato bianco del travertino, squadrati, immobili e immutabili. Tra questi, solo per citarne alcuni: il Palazzo della Civiltà Italiana (edificio iconico divenuto simbolo del quartiere), il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, l’edificio di Poste, Telefoni e Telegrafi, il Palazzo degli Uffici,…

L’avvento della guerra rallentò e bloccò i lavori sul quartiere che fu completato solo negli anni cinquanta ed in particolare la parte delle attrezzature sportive ebbe una spinta importante con i lavori per le Olimpiadi di Roma degli anni 60.

Successivamente il quartiere fu interessato da una importante spinta espansiva di tipo residenziale che però non ne ha alterato il carattere originario e ha mantenuto tutti gli edifici realizzati.

Insomma se si volesse fare una passeggiata in quello che era il modello ideale urbanistico e architettonico secondo il regime fascista si trova qui la possibilità di trovare un perfetto palinsesto che lo mostra ancora oggi dal vivo…